L'arte di meditare
Aggiornamento: 25 apr 2020
Sapete che la parola meditare viene dal verbo latino meditàri, forma intensiva del verbo mederi che ebbe il significato di «curare», «medicare».
È proprio il caso di dire che chi medita si medica!
Gli scienziati hanno scoperto che certe frequenze cerebrali (particolarmente le onde Alpha e Theta) possono:
- alleviare lo stress e promuoverne una duratura e sostanziale riduzione nelle persone soggette a stati di ansia,
- facilitare un profondo rilassamento fisico e maggiore chiarezza mentale,
- incrementare l'abilità verbale e anche la prestazione dell'IQ a livello verbale,
- sincronizzare meglio i due emisferi del cervello,
- richiamare immagini mentali vive e spontanee ed il pensiero creativo immaginativo,
- ridurre il dolore, promuovere l'euforia e stimolare il rilascio di endorfine.
Queste frequenze cerebrali si raggiungono attraverso varie tecniche di meditazione, ma non solo, se siamo in onde alpha o meglio ancora in onde theta, le persone intorno a noi vibreranno alla nostra frequenza per risonanza e i nostri emisferi saranno armonici e coerenti.

Fonte: https://www.progettogaia.eu/index.php?id=basi
Cosa accade al nostro organismo quando meditiamo?
Le ricerche di neuroscienziaati come Damasio, Panksepp, MacLean ve il Premio Nobel Edelman hanno evidenziato che la Consapevolezza di Sé, o senso di identità, è l’effetto coerente e sincronico della rete che connette le principali aree del cervello, ossia:
- la consapevolezza corporea (cervello rettile),
- la consapevolezza emotiva (cervello mammifero),
- la consapevolezza mentale razionale e intuitiva (i due emisferi del cervello superiore o neocorticale).

Immagine da https://www.alzheimer-riese.it/ - Paul MacLean, The Triune Brain in Evolution (Il Cervello Uno-e-Trino nell'Evoluzione), anche se alcuni concetti sono superati, rende l’idea.
Un sviluppo armonico di queste dimensioni umane è un principio fondamentale per un’educazione alla consapevolezza globale di Sé.
La pratica della meditazione e della consapevolezza del sè producono effetti benefici in vari ambiti:
Neurofisiologico
L’effetto della meditazione tende
a ridurre la carica del sistema nervoso simpatico (eccitatorio-attivante) che genera tensione muscolare, nervosa e psicologica e
a migliorare l’azione del sistema nervoso parasimpatico (rilassante-calmante), che riduce la frequenza del respiro, l’ipertensione sanguigna e il battito del cuore, prevenendo o migliorando lo stato delle malattie cardiache in generale.
Facilita l’aumento del piacere di vivere e di sentirsi soddisfatti con miglioramento degli ormoni del benessere come
l’endorfina (l’ormone della soddisfazione e della pace),
la serotonina (l’ormone del piacere fisico), la dopamina (l’ormone dell’entusiasmo e del gioco),
l’ossitocina (l’ormone dell’amorevolezza e della cura) e
il DEHA (deidroepiandrosterone – l’ormone endogeno prodotto dal surrene conosciuto come l’ormone della giovinezza).
Migliora la stabilità emotiva, promuove una migliore capacità di percezione ed espressione delle emozioni
migliora l’empatia, l’affettività, la comprensione reciproca e la comunicazione, e quindi le relazioni umane in generale,
permette, grazie all’aumento dell’endorfina, di sentire meno la fatica e il dolore (anche il dolore cronico e da cancro) e quindi di essere più adatti alle prove della vita.
Coerenza Cerebrale
A livello neurofisiologico la meditazione aumenta la sincronizzazione tra le aree del cervello (coerenza elettroencefalografica) che si manifesta come migliore stato di consapevolezza di sé, centratura, presenza, chiarezza del pensiero e capacità di concentrazione. In generale migliora le attività cognitive, dell’apprendimento, della creatività e dell’intuizione a tutte le età.
Fonte: https://www.progettogaia.eu/index.php?id=basi